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La medicina di gruppo  RICRESCO nasce nel 2000 con i tre medici fondatori:

Rizzo - Crescenzi - Scotto.

La prima sede era ubicata alla via Fornovecchio 5.

Nel 2003 si unisce il dr.Andrea Squillante (in pensione dal 2007). Successivamente il dr. Pastore e la dr.ssa Sodano

Storia delle medicine di gruppo in Italia

I primi tentativi di medicina di gruppo in Italia sono iniziati circa vent'anni anni fa, sull'esempio dell'esperienza britannica ormai trentennale.
Una prima valutazione venne fatta nel 1986 ad Arcugnano (VI), nel corso di un convegno organizzato dallo CSeRMeG dal titolo La medicina di gruppo: valutazioni generali e analisi delle esperienze in atto in Italia. Le realtà allora censite erano otto, tutte concentrate in alcune regioni del Nord. Si trattava di gruppi nati spontaneamente, autogestiti, non riconosciuti ufficialmente dal Sistema sanitario nazionale. Nonostante queste esperienze fossero tra loro scollegate, alcuni denominatori indicavano un embrione comune. I pionieri della medicina di gruppo si riconoscevano in una serie di motivazioni professionali e in un itinerario umano, culturale e sociale. Gli obiettivi dichiarati, e tuttora validi, erano:

bulletalzare il livello della propria professionalità insieme a quello della qualità del lavoro;
bulletgarantire ai pazienti una maggiore disponibilità con l'ampliamento delle fasce orarie d'apertura dell'ambulatorio;
bulletgarantire una reperibilità maggiore per le urgenze;
bulletampliare i tipi di prestazione erogata in termini sia di patologie gestibili sia di disponibilità di strumentazioni;
bulletavvalersi della collaborazione di personale infermieristico o di segreteria;
bulletutilizzare la medesima forma di cartella clinica;
bulletutilizzare protocolli diagnostici e terapeutici comuni;
bulletsviluppare la ricerca epidemiologica e clinica;
bulletorganizzare il tirocinio pratico per i futuri medici di medicina generale e quello per il personale paramedico;
bulletsviluppare un rapporto diverso con gli specialisti e i medici ospedalieri;
bulletfacilitare gli obiettivi del distretto sanitario.

C'erano però da affrontare anche alcune difficoltà pratiche, ancora attuali anche se forse più superabili:

bullettrovare una struttura adatta, dove potessero essere presenti almeno due medici e un'infermiera;
bulletreperire sul mercato del lavoro una figura professionale nuova (metà segretaria e metà infermiera), assumerla e pagarla, senza disporre di incentivi economici;
bulletaffrontare le spese di gestione di un poliambulatorio che, pur condivise, sono comunque alte;
bulletaffrontare il costo della tecnologia utile per qualificare un ambulatorio di medicina generale e in grado di rispondere a standard di qualità;
bulletprogrammare visite su appuntamento, che da un lato razionalizzano il lavoro, ma dall'altro ne aumentano le ore con costi non indifferenti in termini di impegno di segreteria;
bulletpassare da un rapporto di fiducia tra il medico e il paziente a quello tra i medici e i pazienti;
bulletimpostare una relazione tra i medici e tra questi e il personale: un confronto periodico che valorizzi e mantenga nel tempo un comportamento omogeneo del gruppo nei confronti degli assistiti, del distretto, dell'SSN e della pratica medica;
bulletnon cadere nella routine quotidiana, che rischia di fare dimenticare le motivazioni e gli obiettivi della medicina di gruppo.